LA DESBANDA - Al pueblo y a la flor . CD
LA DESBANDA - Al pueblo y a la flor . CD

De Martino

LA DESBANDA - Al pueblo y a la flor . CD

€7.90
Canzoniere della Guerra Civile Spagnola

Il CD musicale Al pueblo y a la flor, prodotto dall’Aicvas e interpretato da La Desbandá (Massimo Sartori, Tiziana Cappellino e Ángeles Aguado López), è in vendita durante le iniziative dell’Aicvas o tramite spedi- zione postale (solo per ordi- nativi superiori alle 5 copie). Tra le canzoni l’“Himno de la XII Brigada” (la nostra Brigata Garibaldi!).

a cura dell'AICVAS - Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna.

È ammirevole l’iniziativa, presa dall’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna, di commemorare l’80° anniversario della Guerra di Spagna con la pubblicazione di un disco di canti nati dalla voce dei combattenti repubblicani spagnoli e delle Brigate Internazionali nel corso di quella guerra. Va subito detto che questo disco, affidato al trio “La Desbandà” composto da Àngeles Aguado Lòpez, Tiziana Cappellino e Massimo Sartori, è di godibilissimo ascolto, non solo per quanti, come chi scrive, hanno fatto della Guerra di Spagna e delle sue canzoni uno dei propri oggetti di culto politico e musicale. Innanzi tutto per il repertorio che, coerentemente con il carattere di questa guerra antifascista, non si basa su innologie paludate, ma in massima parte su canzoni adattate su melodie popolari o popolaresche e nate nel vivo della lotta armata, sui vari fronti di guerra, Madrid, Teruel, Jarama, Guadalajara. Alcune canzoni sono tratte anche dal canzoniere antifranchista clandestino, successivo alla sconfitta del fronte repubblicano, ma che, anche se “d’autore”, conservano uno spirito ed un pathos popolare di assoluta continuità con il repertorio precedente. Disco godibilissimo poi per l’esecuzione: la voce di Àngeles è quanto di meglio si possa richiedere per questi canti, calda e squillante, ma che non sacrifica al “bel canto” l’impegno a comunicare con precisione i testi; insomma un impasto di cantante-attrice che mi ha ricordato la Germaine Montero di un vecchio disco in vinile della Chants du Monde, dedicato al canto popolare spagnolo. Infine, pregio non secondario, l’arrangiamento strumentale di accompagnamento dei canti , che rinuncia spesso al rigorismo filologico per arricchirli con elementi di drammatizzazione ed anche di attualizzazione, senza però eccedere in arbitrari “voli di fantasia”. Un esempio di questo equilibrio, portato al limite ma mantenuto con sapienza entro questo limite, è l’introduzione della splendida canzone “En España las flores”, eseguita da un violoncello ed ispirata quasi sicuramente ad una delle suites di J.S.Bach. Non mi riesce di parlare di questo disco senza riandare ad alcune esperienze personali, anche di parecchi decenni fa, legate sempre al canzoniere della Guerra di Spagna. Il primo approccio a questo mondo di musica antifascista testimone di quella vicenda lo devo ad un vinile LP, della Folkways Record, in cui il folksinger americano Pete Seeger eseguiva canti di questo repertorio: in spagnolo, condito con un’ineliminabile accento natale (se non sbaglio eseguiva “L’Ejercito del Ebro” e “Coplas de la defensa di Madrid”) ed in americano per alcune canzoni della Lincoln Brigade (erano i volontari per l’appunto americani delle Brigate Internazionali) ed in cui Ernst Busch (il grande cantante del Berliner Ensemble di Bertold Brecht) eseguiva canzoni della Thaelmann Kolonne, la componente tedesca delle Brigate. Non posso dimenticare il divertito stupore con cui seppi di una canzone, riferita alla battaglia di Guadalajara, battaglia in cui i repubblicani assieme ai volontari italiani delle Brigate Internazionali le “suonarono” ai fascisti di Mussolini, composta e cantata però dai falangisti, che diceva pressappoco “Guadalajara no es Abissinia; los españoles auque rojos son valientes. Menos canones y mas cojones!”sull’aria di “Faccetta nera”. Tutto questo avendo ben presenti monumenti dell’antifranchismo internazionale, come il quadro “Guernica” di Picasso, o il romanzo “Per chi suona la campana” di Hemingway, tradotto in un bel film con Gary Cooper e Ingrid Bergman. Per noi, cioè per me ed i miei compagni di strada, prima di Cantacronache (i quali svolsero un avventuroso viaggio di ricerca nella Spagna falangista per reperire i canti clandestini antifranchisti nati sotto la dittatura) e dopo del Nuovo Canzoniere, cantare in uno stesso concerto “El Quinto Regimiento” assieme a “Pietà l’è morta”, o “El ejercito del Ebro” assieme alla “Badoglieide”, cioè unire il canzoniere della Guerra di Spagna a quello della Resistenza partigiana, era naturale, quasi volessimo rifarci al messaggio di Carlo Rosselli :”Oggi in Spagna, domani in Italia”. L’ascolto di questo disco, infine, non può non farci ricordare che cinquantasei anni più tardi un altro generale fellone, con un colpo di stato militare, abbatté un presidente democraticamente eletto, e che questo dramma produsse un altrettanto famoso canzoniere popolare, anch’esso in lingua spagnola, o meglio ispano-americana. Mi riferisco al Cile di Pinochet e di Allende.

Fausto Amodei