“Città invisibili”, disco considerato maturo con un punk sperimentale, in parte vicino ad alcuni spunti dei Franti, è molto volto all’esistenzialismo punk, che emerge in particolare nel La mia faccia, nel nichilismo angoscioso di Non c’è scampo e nella ballata sul tempo che passa e sulla difficoltà di restare se stessi di È difficile. Non manca anche in questo disco un riferimento agli Husker Du, grazie all’hc melodico de Il tempo passa e di Il nostro forte. Dischi essenziali, vitali, seminali e… bellissimi!!! (Kathodik Webzine)