Quello dei Caracas è un concetto di ”ghost tracks” molto particolare… Valerio Corzani e Stefano Saletti hanno pensato a questo titolo perché l’avventura del loro secondo album è partita da una rivisitazione fertile dei dieci brani del primo. Mettere le voci su brani che erano usciti sull’album omonimo praticamente strumentali; affidare ogni brano a un cantante diverso (l’idea iniziale era quella di affidare tutto al flow di rapper italiani, poi il gioco gli ha preso la mano e il parterre stilistico si è allargato parecchio…) per far sì che i brani prendessero un’altra veste, un altro profilo, un altro mood, insieme affine e diverso. Per questo “ghost tracks”… perché è come se questi brani con le voci addosso, aleggiassero già nelle pieghe più nascoste dell’album precedente e ora si fossero rese esplicite per dare a quei brani una seconda giovinezza e perfino una nuova verginità espositiva. Il risultato è un progetto discografico e musicale completamente nuovo!