“Blue Agents” è un disco mutante nel suo animo più profondo. Capace di cucire nella sua pelle ritmiche spezzate, improvvisi cambiamenti d’umore nel nome di un post-punk che raccoglieva tanto dalla scena attorno a loro (Gaznevada, Confusional Quartetetc.), quanto da una visione creativa incredibilmente personale, che viveva di una forma estetico visuale che aveva pochi esempi simili in Italia. Attraversare “Blue Agents” vuol dire oltrepassare la soglia di interpretazione dello schermo televisivo, sperimentare le immagini e i suoni dentro un unicum espressivo che forse oggi ci può apparire scontato e ritrito, ma che all’epoca non aveva precedenti. (OndaRock)