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STEFANO BECCASTRINI - Fa bene quel buio . Book
Cesare Pavese e i mestieri del cinema.
Cesare Pavese (1908-1950) è stato un grande intellettuale europeo: poeta, narratore, dirigente editoriale, mitografo, gran conoscitore di film nonché scrittore di, su e per il cinema. Questo libro è dedicato all’approfondimento di questi ultimi due fra i suoi tanti “mestieri”. Essi si espressero in vario modo: Pavese, infatti, fu non soltanto uno spettatore instancabile e attento (la scoperta, da parte sua, del cinema americano fu una componente importante della propria storica divulgazione, in Italia e durante il fascismo, della cultura americana, portatrice di modernità, di rinnovamento, di democrazia) ma anche un esperto cinephile, un critico rigoroso, un teorico acuto, un soggettista creativo, un letterato capace di fare del cinema - dei suoi appassionati e delle sale da loro frequentate - un “luogo letterario”, un “topos” particolarmente suggestivo e simbolico dei suoi romanzi. I multiformi rapporti di Pavese con il cinema si vanno rivelando, con gli anni, uno degli aspetti più interessanti della sua – sempre colta, sempre innovativa, sempre tormentata – ricerca espressiva, intellettuale, esistenziale. Il libro intende, inoltre, reagire a un andazzo valutativo dell’opera pavesiana che, in Italia almeno, tende ormai a schiacciarla sulla figura del suicida per malamore e dunque sull’autore di un solo libro - “Il mestiere di vivere”: opera peraltro assai ricca di spunti letterari,
filosofici, politici – ridotto a mero e penoso diario dei suoi fallimenti erotici. In realtà, Pavese è tutto quanto da rileggere e rivalutare, quale creatore di poesia del tutto originale, di narrativa assolutamente moderna (i suoi romanzi presentano alcuni dei ritratti di donna tra i più intensi della letteratura italiana del 900), di inedite esplorazioni nel mondo della mitografia, di fertile pratica – stroncata dal suicidio – del mestiere di scrittore di, su e per il cinema.