Nel 1994 uscì il primo numero di Pogrom, realizzata a Firenze dall'Associazione per i Popoli Minacciati. Dato che questa era la sezione italiana dell'omonima associazione tedesca, il titolo era lo stesso della rivista che la Gesellschaft für bedrohte Völker di Göttingen pubblicava dal 1970. Ma il Pogrom italiano, edito da Angelo Pontecorboli, non era una semplice traduzione dell'originale: alcuni articoli erano tratti dalla rivista tedesca, ma molti erano originali o tradotti da altre pubblicazioni. Purtroppo durò solo 5 numeri (1994-1996). Tranne il primo, tutti proponevano un dossier tematico: le minoranze europee, l'Africa, le mino-ranze del Giappone e la questione hawaiiana. Collaborarono molte firme prestigiose, come Thomas Benedikter, Giampiero Bigazzi, Sandro Damiani, Ignacio Ramonet e Sergio Salvi.
Il sogno della rivista tornò a realizzarsi nel 2001 con La causa dei popoli. Erede naturale di Pogrom, la nuova pubblicazione si presentava in formato elettronico. Il primo numero conteneva articoli vari, mentre il secondo era dedicato ai popoli indigeni dell'Oceania. Defunta alla fine del 2001, la rivista rinacque nel 2005. Ma anche stavolta si esaurì in due numeri: uno sui popoli indigeni dell'Asia e uno sugli Indiani del Nordamerica. La terza serie, iniziata nel 2016, ha pubblicato articoli che spaziano dal Canada alla Catalogna, dal Biafra alle lingue indigene, dalla Corsica alla Turchia. Il prossimo numero, che uscirà in primavera, è dedicato alla Cina.
Leave a comment