GIANLUCA FAVARON / STEFANO GENTILE / CARL MICHAEL VON HAUSSWOLFF / ROD MODELL LANDSLIDE - Landslide . 2LP

SILENTES

GIANLUCA FAVARON / STEFANO GENTILE / CARL MICHAEL VON HAUSSWOLFF / ROD MODELL LANDSLIDE - Landslide . 2LP

€35.90

GIANLUCA FAVARON / STEFANO GENTILE / CARL MICHAEL VON HAUSSWOLFF / ROD MODELL LANDSLIDE
(Per registrazioni sul campo e onde sinusoidali)

2x12" LP + 12" inserto di 4 pagine, ltd. 300 copie

Lato A - Frana (17'58”) di Gianluca Favaron e Stefano Gentile
Lato B - Frana rielaborata (18'07”) di Rod Modell
Lato C - Frana (remix) (17'57”) di Carl Michael von Hausswolf
Lato D - Landslide (remix) rielaborato (18'01”) di Rod Modell

Il 9 ottobre 1963 dalla cima del Monte Toc si staccarono 260 milioni di metri cubi di roccia. Cadde nel bacino della diga del Vajont, producendo un'onda enorme di almeno 50 milioni di metri cubi d'acqua. La diga, completata nel 1959 e all'epoca una delle più grandi al mondo, non subì gravi danni. Tuttavia, le inondazioni hanno distrutto diversi villaggi della valle e ucciso quasi 2.000 persone. Per certi versi, è come se la frana avesse spazzato via il passato e il futuro di un'intera comunità. Un'apocalisse durata pochi minuti ha lasciato cicatrici e stigmate per decenni a seguire.

Il tempo si cristallizza in un eterno presente.

Intorno al Vajont si sentono spesso piccole frane.

Frana: movimento naturale verso il basso, più o meno rapido, di grandi ammassi di terra e roccia; anche il buco creato da questo movimento e l'accumulo di materiale da questo rilascio.

Movimento e accumulazione sono due parole chiave che hanno guidato la ricerca dei suoni nascosti nel silenzio del paesaggio del Vajont. Nei momenti di quiete di oggi, il paesaggio rivela riverberi del suo passato... i movimenti di scivolamento verso il basso, sostanze cristallizzate e fantasmi dei suoi precedenti abitanti. Congelato in tempo.

Esplorando la zona, ci si chiede se sia rimasto qualcosa sotto la superficie. La versione originale di Landslide, e la versione Carl Michael Von Hausswolf, ricostruiscono la natura in un modo unico e insolito. Cucito con la minima quantità di tessuto sonoro. Il risultato non è una ricreazione letterale di un evento, o risposte emotive di quell'evento, ma piuttosto... un'interpretazione più intangibile. Impulsi che innescano sensazioni di caduta, movimento di terra e distacco. Espresso con un nuovo codice sonoro. Mischiati insieme, sovrapposti, scontrati, riaccumulati e fusi di nuovo insieme. Mentre le versioni Modell offrono un approccio più organico. Suoni della valle di notte, stratificati con droni psicotropi e altri rumori sospesi. Echi del presente uniti ad echi del passato.

CALAMITA/À (2013-in corso) è uno strumento per indagare il Vajont contemporaneo e il tema delle catastrofi in generale. Il progetto è curato da Gianpaolo Arena e Marina Caneve.

“0” è una collaborazione tra CALAMITA/À e Silentes dove le arti visive si uniscono al suono.